La storia
La storia

1930
Il forno a pietra e nonno Rocco
È l’anno in cui tutto ebbe inizio: il 13 agosto mio nonno avviò la sua attività con l’inaugurazione di un forno a pietra in Piazza Assunta, a Delianuova. Era essenzialmente un autodidatta, ma la tenacia e la passione lo portarono a realizzare comunque prodotti apprezzati e di qualità: biscotti, savoiardi, paste secche e perfino gelati e granite utilizzando la ghiacciaia, un lusso per i tempi.
Si considerava un artigiano, perché lavorava essenzialmente per i signorotti del posto o in occasione di particolari eventi. Quando nel 1939 sposò mia nonna, la Pasticceria cominciò ad assumere una connotazione diversa, grazie alla gestione manageriale di quella piccola grande donna. E poiché le cose cominciarono ad andare bene, scelsero una sede diversa, più centrale, in via Roma.

1965
La carta da banco e il Canada
Mio padre non era destinato a questo lavoro. A 24 anni, infatti, raggiunse mio zio in Canada e cominciò ad aiutarlo nel suo panificio per 5 lunghi anni. Quando ricevette la proposta di diventare socio dell’attività, quasi deciso ad accettare, volle rientrare in Italia per parlarne prima con i miei nonni. Erano ormai anziani e stanchi per poter gestire un’attività da soli.
Il giorno della decisione avvenne in concomitanza con la visita, in Pasticceria, da parte di un rappresentante di carta personalizzata da banco. Fu allora che mio nonno chiese a mio padre se avesse dovuto ordinare una nuova fornitura di carta, con la dicitura “Rocco Scutellà e figlio”, oppure sospendere gli ordini e chiudere l’attività.
Decise di non ripartire, e prese in mano la situazione, rivedendo, ad esempio, i prezzi del torrone, troppo bassi se paragonati alla qualità del prodotto.
Nel 1992 volle rinnovare i locali e, nel contempo, cominciò ad indirizzarmi, una volta conclusa la maturità, verso l’apprendistato in qualche bottega artigianale. A fornirci un contatto fu, ironia della sorte, un rappresentante di carta da banco a cui mio padre chiese consiglio. Per 3 anni, quindi, lavorai all’interno del piccolo laboratorio di Luigi Pellegrino a Messina, un innovatore dell’arte pasticcera per quei tempi, che mi fece innamorare ancora di più di questo mestiere.
1965
La carta da banco e il Canada
Mio padre non era destinato a questo lavoro. A 24 anni, infatti, raggiunse mio zio in Canada e cominciò ad aiutarlo nel suo panificio per 5 lunghi anni. Quando ricevette la proposta di diventare socio dell’attività, quasi deciso ad accettare, volle rientrare in Italia per parlarne prima con i miei nonni. Erano ormai anziani e stanchi per poter gestire un’attività da soli.
Il giorno della decisione avvenne in concomitanza con la visita, in Pasticceria, da parte di un rappresentante di carta personalizzata da banco. Fu allora che mio nonno chiese a mio padre se avesse dovuto ordinare una nuova fornitura di carta, con la dicitura “Rocco Scutellà e figlio”, oppure sospendere gli ordini e chiudere l’attività.
Decise di non ripartire, e prese in mano la situazione, rivedendo, ad esempio, i prezzi del torrone, troppo bassi se paragonati alla qualità del prodotto.
Nel 1992 volle rinnovare i locali e, nel contempo, cominciò ad indirizzarmi, una volta conclusa la maturità, verso l’apprendistato in qualche bottega artigianale. A fornirci un contatto fu, ironia della sorte, un rappresentante di carta da banco a cui mio padre chiese consiglio. Per 3 anni, quindi, lavorai all’interno del piccolo laboratorio di Luigi Pellegrino a Messina, un innovatore dell’arte pasticcera per quei tempi, che mi fece innamorare ancora di più di questo mestiere.


2000
La formazione, il lievito madre e APEI
Dopo l’esperienza siciliana cominciai a seguire, ogni anno, corsi di pasticceria in tutta Italia. Sapevo bene, e sono cosciente ancora oggi, che c’è sempre da imparare, per questo motivo provo a migliorarmi giorno dopo giorno.
La scoperta del lievito madre, ad esempio, ha rappresentato una svolta non solo per me, ma per tutta l’offerta dei prodotti all’interno della mia Pasticceria. Prima di cominciare ad utilizzarlo nel 2007, ho seguito corsi con esperti come il Maestro Achille Zoia o il Maestro Rolando Morandin. Da lì ho cominciato a produrre piccoli e grandi lievitati, come il panettone, un azzardo per noi che siamo conosciuti soprattutto per il torrone di pura mandorla.
Nel 2012 abbiamo inaugurato il nuovo locale storico, sempre in Via Roma, a qualche metro di distanza dal precedente. È il luogo che racchiude tutti i sacrifici e il lavoro di tre generazioni, e che riesce, meglio di qualsiasi parola, a raccontare di noi. In quello stesso anno ebbe inizio anche tutto l’iter per entrare a far parte dell’Accademia Maestri Pasticceri Italiani.
Il mio percorso, poi, è stato in continua ascesa, grazie alla mia perseveranza e alla voglia di far conoscere la pasticceria d’eccellenza in tutto il mondo. Sono stati tantissimi i riconoscimenti ottenuti nel tempo, per ultimo il podio conquistato con il mio torrone nella classifica 50 Top Italy.
Dal mese di marzo di quest’anno faccio parte del consiglio direttivo di APEI, oltre ad essere responsabile dell’Area Sud, con il compito di coordinare i colleghi, e fare in modo che l’eccellenza pasticcera del nostro Meridione possa essere esaltata e fatta conoscere in tutto il mondo.